Il titolo vuole dare risalto ad una domanda che si coglie frequentemente e nei contesti operativi e tra gli stessi operatori e che sembra esprimere la sofferenza portata da bambini feriti, famiglie in difficoltà, relazioni difficili, traumi, abbandoni, ma soprattutto la preoccupazione etica di chi è impegnato quotidianamente nel lavoro di accoglienza ed educativo, e si chiede come, quando, fino dove un progetto di intervento si potrà portare.
La formazione nei contesti lavorativi è generalmente e diffusamente orientata verso l’apprendimento di nuove tecniche, nuove tecnologie, nuove procedure, seconda una visione che tende a privilegiare la prestazione lavorativa staccata dal funzionamento di chi la esegue.
Nella prospettiva Gruppoanalitica il numero di partecipanti ad un gruppo è un fattore di grande importanza nel determinarne il funzionamento: a seconda del numero dei partecipanti si attivano dinamiche differenti.
La vita delle persone ed il funzionamento individuale risentono delle caratteristiche e del modo di funzionare del mondo sociale, culturale, economico in cui si è immersi.